INSONNIA (2/2): cosa fare

Nell’articolo precedente sull’insonnia (che trovate QUI) abbiamo cercato di definire i diversi tipi di insonnia e accennato alla complessità dei fattori che possono concorrere nell’insorgenza di questo diffuso disturbo.
Per questo motivo è necessario che, con l’aiuto del vostro medico, escludiate prima di tutto le cause fisiche. Un’indagine clinica completa può comprendere la registrazione del sonno con strumenti come il polisonnigrafo, grazie al quale è possibile capire quale sia l’esatta natura dell’insonnia ed escludere problemi di salute come, ad esempio, le apnee notturne.
Con la polisonnografia si può inoltre “mappare” il sonno e comprendere quale sia la causa della carenza di sonno percepita: frequenti risvegli? O una lunga latenza nella fase dell’addormentamento? Sonno troppo “leggero”? Cioè quel sonno che rimane sempre nelle prime fasi senza riuscire ad approfondirsi, e così via.
Una volta escluse le cause fisiche e mappato il sonno, è indispensabile proseguire indagando l’origine psicogena dell’insonnia, comprenderne cioè la causa primaria, per poi poter intervenire efficacemente.
In linea di massima, comunque, vi sono alcuni accorgimenti che aiutano a combattere l’insonnia di ogni tipo ed è di questi che parleremo, senza pretesa di esaustività: tali accorgimenti, pur non essendo risolutivi (per i motivi sopra illustrati) rappresentano comunque una buona base da cui partire per la risoluzione del problema.