Annalisa Ilari Psicologa

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ritmo veglia sonno

INSONNIA: cosa fare

annalis@ Pillole di Psy, Stress, Ansia e Depressione 15 Maggio 202015 Maggio 2020ansia, coronavirus, covid, depressione, disturbi del sonno, energia nervosa, farmaci, Firenze, insonnia, meditazione, notte, notti bianche, pensieri ossessivi, pranayama, professionista, psicologa, psicologo, psicoterapeuta, psicoterapia, quarantena, rilassamento, ritmo veglia sonno, scandicci, scarica, sistema neurovegetativo, sonno, tensione, training autogeno, yoga

INSONNIA (2/2): cosa fare

insonnia
Fonte: giphy.com

Nell’articolo precedente sull’insonnia (che trovate QUI) abbiamo cercato di definire i diversi tipi di insonnia e accennato alla complessità dei fattori che possono concorrere nell’insorgenza di questo diffuso disturbo.
Per questo motivo è necessario che, con l’aiuto del vostro medico, escludiate prima di tutto le cause fisiche. Un’indagine clinica completa può comprendere la registrazione del sonno con strumenti come il polisonnigrafo, grazie al quale è possibile capire quale sia l’esatta natura dell’insonnia ed escludere problemi di salute come, ad esempio, le apnee notturne.
Con la polisonnografia si può inoltre “mappare” il sonno e comprendere quale sia la causa della carenza di sonno percepita: frequenti risvegli? O una lunga latenza nella fase dell’addormentamento? Sonno troppo “leggero”? Cioè quel sonno che rimane sempre nelle prime fasi senza riuscire ad approfondirsi, e così via.

Una volta escluse le cause fisiche e mappato il sonno, è indispensabile proseguire indagando l’origine psicogena dell’insonnia, comprenderne cioè la causa primaria, per poi poter intervenire efficacemente.

In linea di massima, comunque, vi sono alcuni accorgimenti che aiutano a combattere l’insonnia di ogni tipo ed è di questi che parleremo, senza pretesa di esaustività: tali accorgimenti, pur non essendo risolutivi (per i motivi sopra illustrati) rappresentano comunque una buona base da cui partire per la risoluzione del problema.

Natura del sonno e soggettività

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IL TEMPO COME CONTENITORE

annalis@ Pillole di Psy 27 Marzo 2020abitudini, andràtuttobene, conenitore, coronavirus, dispersione, disturbi del sonno, Firenze, iorestoacasa, progettil psicologo, quarantena, regola, ritmo veglia sonno, scandicci, smart working, tempo

IL TEMPO COME CONTENITORE

La “quarantena” dovuta alla pandemia da coronavirus sta proseguendo e non sappiamo quanto ancora andrà avanti. Se all’inizio qualche giorno a casa poteva rappresentare l’occasione per riposarsi e dedicarsi a ciò che in genere non abbiamo il tempo di fare, alla lunga c’è il rischio di iniziare a soffrire di una serie di piccoli o grandi malesseri psico-fisici.

Una delle piccole strategie che possiamo mettere in pratica per contenere gli effetti di questa pausa forzata è quella di gestire e programmare il tempo in modo da non disperdersi.

tempo

Visto che i disturbi del sonno sono tra i primi a manifestarsi quando c’è un’alterazione nelle abitudini di vita, la prima regola è: cercare di mantenere il ritmo sonno-veglia che avevamo prima dell’emergenza. Certo, ci si può concedere la mezz’ora in più al mattino, o la piccola eccezione, ma è importante che la regola sia rispettata il più possibile.

Anche gli orari da dedicare al lavoro, allo studio, alle faccende di casa, all’attività motoria, e così via, dovrebbero ricalcare il più possibile quelli che avevamo prima o, almeno, avere una certa regolarità. Cercate quindi di programmare la giornata, comprendendo momenti di svago e leggerezza, ma cercando di utilizzare il tempo come contenitore, per evitare di disperdersi e avvertire un senso di smarrimento.

Il tempo esterno organizza quello interno, regalando stabilità e un senso di continuità.

Inoltre, il nostro orologio interno, biologico, regola molte attività metaboliche che influiscono sul benessere psicofisico: cerchiamo quindi di non disorientarlo troppo!

#tempo #progetti #andràtuttobene

 

Per appuntamenti o ulteriori informazioni:

info@annalisailari.it

333 4552915 (anche via WhatsApp)

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